Gran Paradiso - Parete Nord - agosto 2008.
Una salita bellissima, affascinante che ti proietta in una parete di ghiaccio dal gusto quasi surreale.
Si arriva alla base della parete che è ancora buio quindi non ti rendi bene conto di cosa ti aspetta.
Alle prime luci dell'alba ecco il primo saltino di ghiaccio per superare la crepacciata alla base della parete che non è proprio "banale" anche se non presenta particolari difficoltà è il primo approccio alla parete quindi lo affronti con un po di tensione.
A metà della salita è giorno e ti ritrovi nell'immensità di una parete di ghiaccio che ti fa sentire un moscherino, guardi in basso e sei già molto alto, il rifugio è un puntino lontano ed il percorso è ancora lungo....rimani veramente sbalordito dall'immensità della parete e dalla verticalità del ghiaccio.
Rimaniamo interdetti da quanto sia difficile valutare le distanze quando ti trovi su una parete di ghiaccio, più volte abbiamo avuto l'illusione che fosse l'ultimo tiro prima della cresta ed invece non era così.Giun
ti in cresta la soddisfazione è immensa, finalmente il caldo del sole, nell'ombra della parete nord cominciavamo ad accusare il freddo nonostante fosse agosto.
Ancora qualche passo delicati sulla cresta prima di arrivare in vetta al Gran Paradiso facendo attenzione alle grandi cornici.
Il cielo è blu nessun segno di temporali in vista...facciamo una meritata e lunga pausa in vetta, così per scongelarsi un po le ossa... sulla parete faceva un pò freddino.
Pranzo al sacco preparato con cura dalla nonnina con: una mela, qualche nocciolina e un sorso d'acqua.
Con calma ci incamminiamo sulla via del ritorno per la via normale al rif Chabod, ma dire con calma non significa che è vicino...quanto se cammina, avevo i piedi a pezzi .. ;- D ....l'ultima parte del sentiero l'ho fatto con le allucinazioni, vedevo i puffi e le birre in lattina che mi attraversavano il sentiero....
Una sensazione indescrivibile di entusiasmo, felicità e soddisfazione si accompagna a questi ricordi.
Vic
qui le fotoUna salita bellissima, affascinante che ti proietta in una parete di ghiaccio dal gusto quasi surreale.Si arriva alla base della parete che è ancora buio quindi non ti rendi bene conto di cosa ti aspetta.
Alle prime luci dell'alba ecco il primo saltino di ghiaccio per superare la crepacciata alla base della parete che non è proprio "banale" anche se non presenta particolari difficoltà è il primo approccio alla parete quindi lo affronti con un po di tensione.A metà della salita è giorno e ti ritrovi nell'immensità di una parete di ghiaccio che ti fa sentire un moscherino, guardi in basso e sei già molto alto, il rifugio è un puntino lontano ed il percorso è ancora lungo....rimani veramente sbalordito dall'immensità della parete e dalla verticalità del ghiaccio.Rimaniamo interdetti da quanto sia difficile valutare le distanze quando ti trovi su una parete di ghiaccio, più volte abbiamo avuto l'illusione che fosse l'ultimo tiro prima della cresta ed invece non era così.Giun
ti in cresta la soddisfazione è immensa, finalmente il caldo del sole, nell'ombra della parete nord cominciavamo ad accusare il freddo nonostante fosse agosto.Ancora qualche passo delicati sulla cresta prima di arrivare in vetta al Gran Paradiso facendo attenzione alle grandi cornici.
Il cielo è blu nessun segno di temporali in vista...facciamo una meritata e lunga pausa in vetta, così per scongelarsi un po le ossa... sulla parete faceva un pò freddino.
Pranzo al sacco preparato con cura dalla nonnina con: una mela, qualche nocciolina e un sorso d'acqua.
Con calma ci incamminiamo sulla via del ritorno per la via normale al rif Chabod, ma dire con calma non significa che è vicino...quanto se cammina, avevo i piedi a pezzi .. ;- D ....l'ultima parte del sentiero l'ho fatto con le allucinazioni, vedevo i puffi e le birre in lattina che mi attraversavano il sentiero....
Una sensazione indescrivibile di entusiasmo, felicità e soddisfazione si accompagna a questi ricordi.
Vic
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